sabato 31 dicembre 2016

Come Peter Lynch ha realizzato il 30% annuo per 20 anni di seguito



Peter Lynch è un uomo d'affari e investitore americano. Come manager del fondo d'investimento Magellan tra il 1977 e il 1990, Lynch ha generato un rendimento pari al 29,9% medio annuo (quasi triplicando lo S&P 500). Grazie alle sue straordinarie performance come investitore, Peter Lynch è considerato una leggenda in campo finanziario. Pertanto, in questo articolo spiegherò le basi della sua strategia d'investimento, la stessa che gli ha permesso di ottenere un rendimento del 29,9% annuo per così tanti anni di seguito.
La strategia di Peter Lynch può essere identificata come GARP Investing, ovvero Growth at a Reasonable Price (Crescita ad un prezzo ragionevole). Tale strategia è una fusione tra Growth Investing (vedi Cos'è il Growth Investing) e Value Investing (vedi Guida completa al Value Investing). Colui che segue tale strategia si concentra sull'acquistare aziende il cui utile per azione (utile netto aziendale diviso per il numero totale di azioni circolanti, in modo da capire quanto utile netto corrisponde ad ogni azione) è cresciuto in passato ad un tasso superiore alla media e ci si aspetta che continuerà a fare lo stesso in futuro; tuttavia, a causa delle grandi aspettative che ci sono nei confronti di tali aziende, i prezzi delle azioni sono spesso eccessivamente alti e sopravvalutati, aggiungendo un importante fattore di rischio in questi titoli (non soddisfare le grandi aspettative può facilmente far crollare il titolo, inoltre un'eccessiva sopravvalutazione non può durare per sempre). Per questo motivo l'investitore che segue la strategia GARP, acquista solo quando il prezzo di tali azioni diventa ragionevole, ovvero equo o ancora meglio sottovalutato (magari a causa di un ribasso dei prezzi di mercato). Per comprendere se il titolo è sopravvalutato, equo o sottovalutato Peter Lynch usa (come nel Value Investing) il rapporto prezzo/utili e il PEG, di cui parleremo in avanti.
Da questa introduzione si può capire come l'intera strategia d'investimento di Peter Lynch si basa sugli utili delle aziende quotate prese in considerazione. Peter Lynch (come tutti gli investitori fondamentali di lungo periodo) è convinto che l'andamento della quotazione dipende ed è strettamente collegato all'andamento dell'utile per azione. Pertanto una crescita dell'utile per azione causa una crescita della quotazione. Nei grafici seguenti (basati sul lavoro di Peter Lynch ed estratti dal sito web Gurufocus.com) è molto visibile come l'andamento della quotazione (in verde) segue l'andamento dell'utile per azione (in blu l'utile per azione moltiplicato per un valore medio del rapporto prezzo/utili, ovvero 15):

Berkshire Hataway Inc
















Apple Inc
















Accenture Plc
















Peter Lynch classifica le aziende in base al tasso annuo di crescita dell'utile che le caratterizza:

- Le Slow Growers sono aziende generalmente molto grandi e mature per cui ci si aspetta che l'utile per azione possa crescere ad un tasso medio annuo di circa il 5%, o comunque poco più velocemente del PIL.

- Le Stalwarts sono aziende di media grandezza il cui utile per azione cresce ad un tasso annuo di circa il 10-12%.

- Le Fast Growers sono le preferite di Peter Lynch: esse sono aziende il cui utile per azione cresce ad un tasso annuo del 20-25%. Lynch suggerisce di metterne in portafoglio un paio, in quanto se scelte saggiamente possono moltiplicare per dieci, quaranta o anche duecento volte l'investimento iniziale. Queste aziende non devono per forza operare in un settore in forte espansione, ma possono anche operare in settori già maturi.

Utili futuri
Solitamente queste aziende si selezionano in base al tasso di crescita dell'utile che le ha caratterizzate in passato. Ma come fare a capire se l'utile per azione di queste aziende continuerà a crescere anche in futuro? La cosa migliore che si può fare per ovviare a questa mancanza è cercare di acquistare le azioni di tali aziende a prezzi equi, ragionevoli, soprattutto non sopravvalutati, in quanto se (ad esempio) l'utile dell'anno successivo non rispecchia le aspettative di crescita, la quotazione può facilmente crollare. Acquistando a prezzi equi, ovvero in linea con il reale valore attuale dell'azienda, possiamo essere abbastanza sicuri di non perdere soldi sul lungo periodo (se il valore attuale verrà mantenuto). Riguardo alla crescita futura nell'utile, è necessario affidarsi alle stime, alle previsioni, alle supposizioni e alle aspettative, soprattutto quelle degli analisti finanziari. Tuttavia, anche se non possiamo predire con certezza gli utili futuri, possiamo cercare di comprendere come l'azienda pianifica di accrescere l'utile. Ci sono cinque modi fondamentali per accrescere l'utile aziendale: ridurre i costi; aumentare i prezzi; espandersi in nuovi mercati (espansione geografica o di settore; sviluppo di nuovi prodotti, processi o servizi); vendere una maggior quantità di prodotti nei vecchi mercati; rivitalizzare, chiudere o disporre in modo alternativo di un'operazione in perdita.

Il rapporto prezzo/utili
Tale valore fondamentale mette in rapporto l'utile per azione e il prezzo delle azioni. Ad esempio, un rapporto prezzo/utili pari a 15, significa che il prezzo di un'azione corrisponde a 15 volte l'utile per azione. Per capire se un titolo azionario è sopravvalutato o sottovalutato è necessario considerare tale valore relazionandolo al settore di appartenenza, alla media storica o alla consuetudine. Generalmente un rapporto prezzo/utili pari a 15 è equo; un qualsiasi valore superiore a 15 è considerato segno di sopravvalutazione, e qualsiasi valore inferiore a 15 è segno di sottovalutazione. Un altro metodo può essere quello di considerarlo in relazione al settore di riferimento; consideriamo un'azienda X operante nel settore delle auto. L'azienda X ha un rapporto prezzo utili di 10, mentre il rapporto prezzo utili dell'intero settore automobilistico è 15: l'azienda X è sottovalutata rispetto al settore di riferimento.
Tuttavia, forse il modo migliore per valutare il rapporto prezzo utili è utilizzando la media storica dell'azienda che prendiamo in considerazione. Torniamo all'azienda X; dopo aver vagliato i dati storici, calcoliamo che negli ultimi dieci anni l'azienda X ha mantenuto un rapporto prezzo utili medio pari a 18; di conseguenza un valore inferiore a 18 sarà considerato sottovalutato, e un valore superiore a 18 sarà considerato sopravvalutato, mentre un rapporto prezzo utili pari a 18 (o leggermente differente) sarà considerato equo.
E' importante ricordarsi di non acquistare mai a valori eccessivamente sopravvalutati (magari superiori a 30).
Può essere calcolato anche il rapporto prezzo utili dell'intero mercato azionario; questo è un buon indicatore della sottovalutazione o sopravvalutazione del mercato. Solitamente un mercato eccessivamente sopravvalutato può generare un ribasso generalizzato.
Un altro strumento utile può essere quello di considerare il rapporto prezzo utili in relazione al tasso di crescita annuo dell'utile per azione. Consideriamo che l'azienda X mostra un rapporto prezzo utili pari a 12, mentre il tasso di crescita dell'utile per azione è pari al 17%: la quotazione è sottovalutata perché il rapporto prezzo utili è inferiore al tasso di crescita dell'utile. Se il rapporto prezzo utili dovrebbe salire oltre 17, la quotazione sarebbe sopravvalutata. Ne consegue che un investitore può essere disposto a pagare di più se il tasso di crescita dell'utile per azione è particolarmente attraente.


Variazione del rapporto prezzo/utili di Accenture Plc (la media storica è 17,46)
By Amigobulls.com















Altri numeri importanti

1) La posizione di cassa; Peter Lynch suggerisce le aziende che dimostrano un alto livello di liquidità netta per azione; il guru della finanza considera il Net Cash Per Share come un “bonus”. Ad esempio, ipotizziamo che il titolo azionario di un’azienda X è scambiato al prezzo di 25$ e la liquidità netta per azione è pari a 10$; il “bonus” di 10$ ad azione cambia tutto. Significa che non stai acquistando l’azienda X a 25$ ad azione, bensì la stai acquistando a 15$ ad azione (sottraendo 10$ di liquidità bonus dal prezzo del titolo si ottiene 15$). E supponendo che al prezzo di 25$ il rapporto Prezzo/Utili è pari a 12, al prezzo di 15$ il rapporto P/E è pari a 7,2! Questo rende l’acquisto molto più conveniente e di valore. Ipotizziamo invece, che un’azienda Y è scambiata per 40$ ad azione e la liquidità netta per azione è pari a soli 5$; 5$ non contano molto su 40$. Se il titolo scendesse a 15$ sarebbe un grande affare.

2) Il fattore debito; Peter Lynch preferisce le aziende con un basso rapporto Debt/Equity. Un valore pari o simile a 0,25 (ad esempio 75% Equity, 25% Debt) è normale; un rapporto simile o inferiore a 0,10 (ad esempio 90% Equity, 10% Debt) è eccezionale; un rapporto Debt/Equity pari o simile a 0,80 (ad esempio 80% Debt, 20% Equity) è segno di debolezza.

In generale la crescita della liquidità, come la diminuzione del debito a lungo termine, sono segni di prosperità. Quando la liquidità cresce insieme alla diminuzione del debito a lungo termine è un segno di prosperità; quando succede il contrario è un cattivo segno. Quando la liquidità eccede il debito a lungo termine è molto favorevole, il contrario è un cattivo segno.

3) Cash Flow (flusso di cassa); il Cash Flow è la quantità di denaro che un'azienda ricava dalle sue attività. Molte persone usano il Cash Flow per valutare un titolo azionario. Un titolo scambiato a 20$ che dimostra un Cash Flow Per Share pari a 2$ è la normalità; un titolo scambiato a 20$ con 4$ di Cash Flow Per Share è eccezionale; se trovi un titolo scambiato a 20$ con un Cash Flow per Share pari a 10$ è assolutamente fantastico. Tuttavia, anche se tutte le aziende ricavano denaro, alcune hanno bisogno di spendere più di altre per ottenerlo. Supponiamo che l'azienda Z opera nel campo della produzione e lavorazione del ferro ed ha un utile netto di 100 milioni di dollari; questo è ottimo, ma per avere questo guadagno ha dovuto investire 80 milioni in fornaci e manutenzione delle stesse. Significa che l'azienda Z deve spendere liquidità per generare liquidità, e quindi non andrà molto lontano. Tutte le spese ed investimenti che l'azienda deve affrontare per mantenere, espandere o migliorare le proprie attività, come ad esempio il rinnovo dell'impiantistica, sono chiamate Capital Expenditures. Peter Lynch preferisce le aziende che non dipendono dalle Capital Expenditures. Il Free Cash Flow è ciò che rimane del Cash Flow dopo aver sottratto le normali Capital Expenditures. Pertanto il Free Cash Flow sarà tanto più alto quanto più basse sono le Capex (più basse sono le Capex, più alto è il Free Cash Flow). Peter Lynch suggerisce le aziende con un alto Free Cash Flow Per Share; in particolare un Free Cash Flow Per Share pari al 10% del prezzo del titolo è la normalità; un Free Cash Flow Per Share pari al 20% del prezzo del titolo è eccezionale.



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