giovedì 22 dicembre 2016

Il mio approccio al Value Investing



La strategia del Value Investing si basa sostanzialmente sull'acquisto di azioni al di sotto del loro valore intrinseco; lo sconto rispetto al valore intrinseco costituisce il margine di sicurezza dell'investitore. Si suppone che sul lungo periodo la quotazione tornerà al valore intrinseco, dando l'opportunità all'investitore di vendere le azioni. Per stimare il valore di un'azienda mi baso sui valori fondamentali del business come l'utile per azione, book value e dividendi. Sostanzialmente acquisto azioni ad un prezzo scontato e sottovalutato rispetto ai valori fondamentali dell'azienda. Il mio approccio si compone di due fasi distinte:
1) Prima determino e decido le migliori aziende in cui sono interessato ad investire in base a criteri qualitativi di analisi fondamentale
2) Successivamente ne valuto il prezzo, acquistando solo quando arriva al giusto livello

La prima fase consiste nella ricerca delle aziende che corrispondono ai seguenti criteri:

1) Ogni azienda deve essere grande, prominente e finanziata in modo conservativo; con "grande" intendo concentrarmi solo su large-cap e mega-cap, le quali sono più stabili. Con "prominente" intendo concentrarmi solo su aziende importanti e leader del settore, competitivamente avvantaggiate e di conseguenza che soffrono poco la concorrenza. Con "finanziate in modo conservativo" intendo concentrami solo su aziende con basso debito; per assicurarmi di ciò guardo al rapporto Debt/Equity e Long Term Debt/Equity.

2) Redditività; cerco un ROIC (ritorno sul capitale investito) ed un ROE (ritorno sull'Equity) storicamente soddisfacenti (dal 10% in su) e stabili. Cerco un margine di profitto netto storicamente soddisfacente (dal 5% in su) e stabile. Solitamente le azioni di tipo Growth mostrano valori più alti ed impressionanti, ma per un investimento basato su una strategia di tipo Value sono sufficienti valori più nella norma ma comunque soddisfacenti.

3) Capacità dell'azienda di mantenere stabile l'Utile Per Azione. L'andamento della quotazione di un titolo è strettamente legato all'andamento dell'utile per azione; di conseguenza un utile per azione stabile è necessario per mantenere stabile anche la quotazione. Per prima cosa bisogna assicurarsi che l'azienda ha procurato utile ogni anno negli ultimi dieci anni, senza avere mai deficit. Successivamente si misura il massimo declino dell'utile per azione in ognuno dei dieci anni passati rispetto alla media dei tre anni precedenti a quello che prendiamo in considerazione.Nessun declino si traduce in 100% di stabilità. Un test più stringente misura il massimo declino dell'utile per azione ogni anno negli ultimi dieci anni rispetto all'anno appena precedente, e non dovrebbe superare il limite di due declini di massimo il 5% ciascuno negli ultimi dieci anni. Nel determinare la stabilità di questo valore può essere d'aiuto un grafico che mostra l'andamento dell'utile per azione nell'ultimo decennio; un grafico che segue un trend stabile senza eccessive oscillazioni è quello che cerco.

4) Crescita. Negli ultimi dieci anni la crescita dell'utile per azione deve essere stata pari ad almeno il 33%; per fare questa misurazione bisogna usare medie a tre anni all'inizio e alla fine del periodo considerato. Ad esempio se voglio misurare la crescita dal 2005 al 2015 (dieci anni) devo prima fare una media dell'utile per azione negli anni 2003, 2004 e 2005, poi una media dell'utile per azione negli anni 2013, 2014 e 2015. Infine posso misurare la crescita tra i due valori medi, che deve essere pari ad almeno il 33%.

5) Forza e stabilità finanziaria; per valutare questo fattore guardo a due valori fondamentali: il debito e la liquidità. Per quanto riguarda il debito cerco un rapporto Debt/Equity e Long Term Debt/Equity storicamente bassi, ovvero al di sotto di 1; sono accettabili anche valori leggermente più alti se l'azienda è molto soddisfacente. Un livello di liquidità molto alto (ancora meglio se in crescita), unito ad un basso debito (più basso della liquidità totale) è un vantaggio ragguardevole nei periodi negativi dell'economia. Un ampio flusso di cassa è un altro fattore positivo. Altri due valori importanti a cui guardare quando si giudica la forza finanziaria di un'azienda sono il Current Ratio e il Quick Ratio; dei valori superiori a due sono indice di una stabilità invidiabile. Quando faccio ricerche sulla forza finanziaria di un'azienda mi piace guardare il giudizio che da a tal proposito il sito internet Gurufocus.com, che fornisce un giudizio da 1 a 10 sulla forza finanziaria di ogni azienda quotata.

6) Lungo record di pagamenti ininterrotti dei dividendi (generalmente si guarda agli ultimi venti anni).

7) Il prezzo delle azioni non deve essere superiore ad una volta e mezzo il book value per share (rapporto Price/Book (P/B) inferiore ad 1,5). Solitamente le aziende di tipo Growth mostrano un rapporto Price/Book estremamente alto; ciò deriva dalle grandi aspettative che ci sono nei confronti dell'azienda e aggiunge un importante fattore di rischio speculativo. Nei periodi negativi (magari perché la crescita dell'azienda non ha soddisfatto le aspettative), le azioni di tipo Growth perdono gran parte del loro valore che avevano accumulato nel periodo di grande popolarità. Personalmente cerco aziende grandi e meno popolari, le quali in genere mostrano un rapporto Price/Book costantemente basso (nel range di 1-2) e di conseguenza maggiore stabilità; questo limita il rischio e mi permette una valutazione migliore del valore dell'azienda, in quanto nella valutazione del prezzo posso affidarmi sia all'utile che al book value.

8) Il prezzo delle azioni non deve essere superiore a 15 volte l'Utile Per Azione (rapporto Prezzo/Utili (P/E) inferiore a 15). Come per il P/B, un rapporto Prezzo/Utili costantemente basso è indice di minore popolarità e maggiore stabilità. A causa delle basse aspettative che ci sono nei confronti di queste aziende, la quotazione risente poco o niente dei ribassi dell'utile.

In generale il prodotto del P/E per il P/B non deve superare il valore di 22,5.
Anche un alto Dividend Yield è segno di sottovalutazione.

Dopo aver trovato le aziende che corrispondono a questi criteri, posso sfruttare le fluttuazioni del mercato per guadagnare sul lungo periodo.
E' generalmente risaputo che il mercato azionario è soggetto ad ampie e ricorrenti fluttuazioni. L'investitore intelligente dovrebbe essere interessato alla possibilità di avvantaggiarsi di questi movimenti. Esistono due modi per fare ciò: (1) il timing e (2) il pricing. Il timing consiste nell'intento di prevedere il futuro andamento del mercato, per comprare quando ci si aspetta che andrà al rialzo e vendere quando ci si aspetta che andrà al ribasso; purtroppo è impossibile prevedere il futuro andamento del mercato e qualsiasi intento di questo tipo ricade nella definizione di speculazione, la quale causa sempre perdite. Il pricing consiste nell'acquistare le azioni quando sono quotate al di sotto del loro valore intrinseco e venderle quando salgono al di sopra di questo valore; la differenza tra il prezzo di acquisto ed il valore intrinseco costituisce il margine di sicurezza, il quale più è ampio meglio è. Il mio approccio al pricing consiste nello sfruttare i ribassi del mercato per acquistare quando il rapporto Prezzo/Utili scende pesantemente al di sotto della media che ha storicamente mantenuto ed il più vicino possibile ai minimi storici: poiché la regola di ferro dei mercati finanziari è il ritorno alla media (come dice Jhon C Bogle), sul lungo periodo la quotazione tornerà al livello precedente, ovvero al valore medio che il rapporto Prezzo/Utili ha storicamente mantenuto (a patto che l'utile rimanga lo stesso). E' importante cercare di vedere i ribassi del mercato come un'opportunità per acquistare i titoli a prezzi bassi e sottovalutati; è impossibile riuscire a prevedere il punto esatto in cui il mercato smetterà di scendere (al massimo ti ci puoi vagamente avvicinare), ma se ti posizioni ad un prezzo sufficientemente sottovalutato puoi avere la sicurezza che prima o poi avrai il tuo guadagno. E' importante ricordare che un mercato ribassista finisce sempre con un mercato rialzista! (e viceversa).
Una forma meno ambiziosa di pricing consiste semplicemente nell'assicurarsi di non stare pagando troppo per le azioni; questo può essere utile negli investimenti in azioni Growth, per le quali è sufficiente assicurarsi di stare pagando un prezzo equo e ragionevole (questo poiché le azioni Growth sono generalmente sopravvalutate e quindi rischiose, ma se acquistate al giusto prezzo possono dare grossi guadagni).

2 commenti:

  1. Salve,
    dov'è possibile reperire informazioni aziendali, circa le imprese sulle quali investire, facenti riferimento a 20 anni addietro?

    Personalmente lei quali strumenti/servizi utilizza?

    Grazie

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    Risposte
    1. Trovare informazioni fino a vent'anni indietro è molto difficile. Tuttavia, soprattutto per le aziende americane, è relativamente facile reperire i dati fino a dieci/quindici anni indietro; per fare ciò ti consiglio il sito Gurufocus.com.

      Inoltre dai un'occhiata ad un articolo che avevo scritto in proposito alcuni mesi fa: il titolo è "5 siti illuminanti che ogni investitore dovrebbe conoscere" (rintraccialo con l'apposita barra di ricerca in alto a destra)

      Spero di esserti stato utile!

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