domenica 1 ottobre 2017

4 portafogli d'investimento con basso rischio ed alto rendimento


Il tema principale dei miei precedenti articoli ha perlopiù riguardato la strategia da applicare per individuare i titoli azionari più promettenti. Tuttavia, la modalità di scelta dei titoli azionari non è l'unico elemento importante: il nostro portafoglio d'investimento necessita di una struttura ben studiata per poter generare una performance adatta alle nostre necessità.
In questo articolo presenterò quattro portafogli d'investimento "modello" che hanno storicamente dimostrato di  saper fornire un ottimo compromesso tra rischio e rendimento.

1) 60/40
Questo è il classico portafoglio composto al 60% di titoli azionari e al 40% di titoli obbligazionari. Nonostante la sua semplicità, o meglio grazie ad essa, il 60/40 risulta spesso imbattibile sul lungo periodo. Un'allocazione di questo tipo composta da titoli (sia azionari che obbligazionari) statunitensi, tra il 1926 ed il 1997 avrebbe subito un rendimento negativo solo 16 anni su 71. Tra il 1930 ed il 1932 (durante la Grande Depressione) tale portafoglio avrebbe perso il 30% del proprio valore, contro una perdita del 61% subita dal solo mercato azionario; tra il 1971 ed il 1974 avrebbe perso il 21% del proprio valore, contro una perdita del 37% subito dal solo mercato azionario. Sempre tra il 1926 ed il 1997, la perdita media subita durante un singolo anno di crisi sarebbe stato pari all'8.2%, contro il 12.3% del solo mercato azionario. Un portafoglio 60/40 avrebbe reso il 12% annuo tra il 1971 ed il 1997, contro il 13% messo a segno dal solo mercato azionario.


2) Il portafoglio di David Swensen
David Swensen investe denaro per conto dell'università di Yale, per la quale ha prodotto un rendimento del 14% annuo negli ultimi 20 anni. Piuttosto di investire solo in azioni e obbligazioni, egli ha proposto di distribuire il proprio portafoglio su una maggior quantità di strumenti. Qui di seguito elenco la struttura proposta da Swensen:
  • Titoli azionari statunitensi: 30% del portafoglio.
  • Titoli azionari internazionali (non statunitensi) appartenenti ad economie avanzate (europa occidentale, Canada, Australia, Giappone, ecc.): 15% del portafoglio.
  • Titoli azionari appartenenti ad economie emergenti (Cina, Corea del Sud, Taiwan, India, Brasile, ecc.): 10% del portafoglio.
  • Titoli di Stato statunitensi: 30% del portafoglio.
  • REIT (Real Estate Investment Trust): 15% del portafoglio.
Swensen sostiene la necessità di tagliare il più possibile le commissioni degli strumenti in cui investiamo. Per tale motivo egli suggerisce di investire in fondi Indicizzati o ETF; per ognuna delle categorie sopra elencate sono disponibili adeguati fondi indicizzati.
Swensen suggerisce anche di adeguare il proprio portafoglio a due fattori: tolleranza al rischio ed età. Un'età avanzata ed una conseguentemente bassa tolleranza al rischio introduce la necessità di abbassare la percentuale del portafoglio da destinare alle azioni, aumentando la fetta riservata alle obbligazioni.


3) Il portafoglio di Gretchen Tai.
Gretchen Tai si occupa di gestire i fondi pensione dei dipendenti di Hewelett-Packard (HP). Anche Tai sostiene la necessità di mantenere le commissioni dei prodotti che inseriamo nel nostro portafoglio al di sotto dello 0,5%. Tale obbiettivo può essere raggiunto mediante fondi indicizzati o ETF. Di seguito elenco la struttura proposta da Tai:
  • Titoli azionari statunitensi ad alta capitalizzazione: 26% del portafoglio.
  • Titoli azionari internazionali (non statunitensi) appartenenti ad economie avanzate: 26% del portafoglio.
  • Titoli azionari appartenenti ad economie emergenti: 10% del portafoglio.
  • Titoli azionari statunitensi a bassa capitalizzazione: 3% del portafoglio.
  • Obbligazioni (sia titoli di stato che obbligazioni societarie) di alta qualità: 10% del portafoglio.
  • Obbligazioni ad alto rendimento: 8% del portafoglio.
  • Obbligazioni protette dall'inflazione: 8% del portafoglio.
  • Obbligazioni con scadenza a lungo periodo (come i titoli di stato a 30 anni): 4% del portafoglio.
  • REIT (Real Estate Investment Trust). 5% del portafoglio.
Anche secondo Tai è necessario adeguare il portafoglio al proprio profilo di rischio, abbassando la fetta riservata alle azioni se necessario.


4) Il portafoglio di Jack Bogle.
Jack Bogle è il fondatore di Vanguard Group, una delle più grandi società d'investimento al mondo. Egli è l'ideatore dei fondi indicizzati; sono infatti quest'ultimi a costituire il portafoglio di Bogle. Egli propone una semplice formula: sottrai la tua età dal numero 100 ed avrai la percentuale del portafoglio che devi destinare alle azioni. Alle obbligazioni sarà invece riservata una percentuale pari alla tua età. Per fare un esempio, supponiamo che tu abbia 40 anni: il 60% (100 meno 40 uguale 60) del portafoglio sarà destinato alle azioni. La restante parte (40%, ovvero la tua età) sarà destinata alle obbligazioni. Bogle suggerisce di acquistare un fondo indicizzato composto da tutti i titoli azionari del mercato americano. Per quanto riguarda le obbligazioni, si può scegliere tra i soli titoli di stato oppure un fondo indicizzato che comprenda tutti i titoli di debito del mercato.