martedì 31 gennaio 2017

Le 5 caratteristiche di un'azienda di successo



Se ti propongono di acquistare un piccolo bar, un negozio o una qualsiasi altra attività imprenditoriale privata, cosa guardi per prima cosa? Ovviamente il prezzo richiesto, il fatturato, l'utile, la redditività, le prospettive future, la posizione competitiva. La stessa cosa vale per le aziende quotate in borsa, visto che i titoli azionari sono effettivamente partecipazioni alla proprietà di un'azienda. L'obbiettivo di ogni investitore dovrebbe essere quello di acquistare dei business di qualità a prezzi convenienti e finanziariamente sensati.
Cosa significa un prezzo finanziariamente sensato? Ad esempio, se ti chiedono 100.000$ per un bar competitivamente avvantaggiato che rende con sicurezza 20.000$ all'anno, avrai un rendimento del 20%; dovrai confrontare questo rendimento con quello che ti possono offrire altri investimenti (tenendo conto del rischio legato ad ognuno di essi), e scegliere di conseguenza qual'è la migliore commistione tra alto rendimento e basso rischio. Ciò che bisogna chiederci è: quanti soldi questa attività può prevedibilmente guadagnare, e di conseguenza qual'è un prezzo conveniente per tale investimento?
Quello appena descritto è un modo di investire orientato al lungo periodo, basato in gran parte sulla nostra capacità di prevedere il futuro andamento di un'azienda (e in particolare l'utile) per un lungo periodo di tempo nel futuro, o comunque basato sulla valutazione delle caratteristiche economiche fondamentali del business in questione. Tuttavia quello di lungo periodo non è il modo di investire prevalente tra coloro che acquistano titoli azionari. In borsa infatti prevale la speculazione di breve periodo, portata avanti da coloro che cercano di anticipare le brevi fluttuazioni del mercato azionario. Eppure, secondo alcuni degli investitori più ricchi del mondo, l'investimento di lungo periodo porta più guadagno e meno rischio dell'investimento di breve periodo.
Abbiamo detto che l'obbiettivo di un investitore orientato al lungo periodo deve acquistare titoli azionari di qualità a prezzi convenienti. Ma quali sono le caratteristiche di un'azienda di qualità? E' ciò che cercherò di chiarire in questo articolo. La maggior parte delle strategie basate sull'analisi fondamentale condividono alcuni principi comuni, che elencherò di seguito in quanto possono essere considerate le basi per valutare qualsiasi azienda.


1) Crescita dell'utile per azione.
Qualsiasi analista fondamentale dovrebbe sapere che l'andamento della quotazione è strettamente correlato all'andamento dell'utile per azione; pertanto una crescita costante dell'utile per azione sul lungo periodo genera una conseguente crescita della quotazione. L'obbiettivo di ogni investitore deve essere quello di trovare aziende che possono generare una crescita dell'utile per molti anni a venire. Per prima cosa dovremmo guardare alle performance storiche; se l'utile per azione mostra un trend al rialzo costante ogni anno per molti anni consecutivi (negli ultimi 5/10 anni), ci sono grandi probabilità che continuerà a fare lo stesso anche in futuro.

     Azienda 1                                Azienda 2
Anno
Utile Per Azione

Anno
Utile Per Azione
00
$ 1.07

00
$ 1.57
01
   1.16

01
     .06
02
   1.28

02
     .28
03
   1.42

03
     .42
04
   1.64

04
    (.23)
05
   1.60

05
     .60
06
   1.90

06
   1.90
07
   2.39

07
   2.39
08
   2.43

08
     .43
09
   2.69

09
     .69






Abbiamo detto che una l'intera nostra strategia deve basarsi sulla previsione. Guarda il grafico qui sopra. Quale azienda ti sembra più prevedibile? Ovviamente la prima; il suo utile per azione è cresciuto in modo costante negli ultimi dieci anni, e nulla ci dice che questo trend dovrebbe arrestarsi. E' importante cimentarsi nel valutare solo aziende ragionevolmente prevedibili.
Un'altra cosa a cui bisogna guardare sono le previsioni degli analisti, i quali di solito stimano la futura crescita dell'utile per azione per circa 5 anni nel futuro.
Certamente è necessario concentrarsi solo sulle aziende ampiamente orientate alla crescita, sviluppo ed espansione; ogni titolo azionario dovrebbe meritare una ricerca approfondita riguardo le possibili prospettive future.


2) Qualità degli utili.
Spesso le aziende accrescono il loro utile per azione, ma non in modo sostenibile. Ad esempio non ha senso fare affidamento su un'azienda il cui utile cresce solo grazie a una diminuzione o taglio dei costi di produzione con conseguente crescita del margine di profitto. Voglio dire, una crescita (non eccessiva e instabile, bensì leggera e costante) del margine di profitto è estremamente positiva, ma la crescita dell'utile non può derivare unicamente o in buona parte da essa, in quanto il margine ovviamente non può crescere all'infinito. La crescita dell'utile deve derivare da una crescita del fatturato; in altre parole la crescita dell'utile deve essere sostenuta e accompagnata da una crescita delle vendite. Utile e fatturato devono crescere di pari passo e in modo costante.


3) Margine di profitto.
Un alto margine di profitto indica che l'azienda gode di un'ottima posizione competitiva o scarsa concorrenza, e le aziende competitivamente avvantaggiate sono le migliori; esse possono vantare una forte protezione contro la concorrenza. Tuttavia non basta che il margine di profitto sia alto per un singolo anno; esso deve essere costantemente e stabilmente alto, ogni anno per molti anni consecutivi (ultimi 5/10 anni). Inoltre esso non deve mostrare eccessive variazioni di anno in anno, in quanto è ovviamente segno di volatilità e instabilità. L'ideale è un margine di profitto storicamente alto, costante e stabile.
Come già accennato nel secondo punto, un margine di profitto in crescita leggera ma costante anno dopo anno è positivo, in quanto testimonia la straordinaria capacità del management nella gestione dei costi. Un'azienda che alza costantemente i prezzi dei propri prodotti senza che le vendite ne soffrano è ovviamente straordinaria (per l'investitore).

Delta Airlines












Nike Inc













Qual'è l'azienda con il miglior margine di profitto (in rosso) tra quelle qui sopra? Ovviamente Nike.


4) Return on Equity.
Il return on equity (ROE) è un indice di redditività del capitale proprio. Esso è il rapporto tra asset tangibili netti e utile netto. Un alto ROE è segno di redditività, ma soprattutto ci indica che il management è estremamente abile nell'allocare in modo redditizio gli utili trattenuti (quelli non distribuiti come dividendi) per generare crescita. Inoltre esso può testimoniare (come per il margine di profitto) la presenza di un vantaggio competitivo: un ROE costantemente alto indica che i consumatori sono disposti a pagare più del semplice costo di produzione per ottenere il prodotto. Questo valore aggiunto percepito dai clienti è una sfaccettatura dei vantaggi competitivi.
Ovviamente è importante che il ROE sia costantemente e stabilmente alto, ogni anno per molti anni consecutivi (ultimi 5/10 anni), senza eccessive variazioni. L'ideale è un ROE storicamente alto, costante e stabile. Come per il margine di profitto, anche un ROE in crescita leggera ma costante anno dopo anno è segno di grande prosperità.

  Azienda 1                                 Azienda 2
Anno
Return on Equity

Anno
Return on Equity
00
   28.4%

00
   5.7%
01
   31.2

01
   1.6
02
   34.2

02
   2.8
03
   35.9

03
   4.2
04
   36.6

04
   2.3
05
   48.8

05
   7.0
06
   47.7

06
   9.4
07
   48.8

07
   9.3
08
   55.4

08
   4.3
09
   56.0

09
   6.9






Qual'è l'azienda migliore tra quelle qui sopra? Evidentemente la prima.


5) Forza finanziaria.
L'emblema della forza e della stabilità finanziaria è un basso debito. Inoltre, un basso debito è indice di ottima gestione; un management conservativo che non ha bisogno di ricorrere al debito per finanziare la crescita è ciò che bisogna cercare. L'altro vantaggio fondamentale sta nel fatto che le aziende con basso debito riescono ad affrontare meglio i cicli negativi dell'economia. Per valutare il debito usiamo il rapporto Debt/Equity: un valore pari o simile a 0,25 è normale; un rapporto simile o inferiore a 0,10 è eccezionale; un rapporto Debt/Equity pari o simile a 0,80 è segno di debolezza.
Un altro valore a cui bisogna guardare per valutare la stabilità finanziaria è il livello di liquidità; un alto livello di liquidità è segno di prosperità. In generale la crescita della liquidità, come la diminuzione del debito a lungo termine, sono segni di prosperità. Quando la liquidità cresce insieme alla diminuzione del debito a lungo termine è un segno di prosperità; quando succede il contrario è un cattivo segno. Quando la liquidità eccede il debito a lungo termine è molto favorevole, il contrario è un cattivo segno. Altri valori importanti sono il Current Ratio e il Quick Ratio, i quali più alti sono meglio è (qualsiasi valore oltre 2 è perfetto).



ARTICOLI CORRELATI:

Le nove regole d'oro di Warren Buffett

Come Peter Lynch ha realizzato il 30% annuo per 20 anni di seguito

domenica 29 gennaio 2017

Tutto ciò che è necessario sapere sull'investimento: il capitolo 8 di The Intelligent Investor



Dal momento che tutti i titoli azionari sono soggetti ad ampie e ricorrenti fluttuazioni, l'investitore intelligente dovrebbe essere interessato alla possibilità di guadagnare avvantaggiandosi di queste fluttuazioni. Ci sono principalmente due modi per fare ciò: (1) il Timing e (2) il Pricing.
Con timing si intente il tentativo di anticipare il futuro andamento del mercato, per comprare quando si ci aspetta che andrà al rialzo e vendere quando ci si aspetta che andrà al ribasso.
Con pricing si intende il tentativo di acquistare le azioni quando esse sono sono quotate al di sotto del loro valore pieno (cioè quando il titolo è sottovalutato rispetto al "Fair Value" o "Valore intrinseco"), e di vendere quando salgono oltre questo valore (cioè quando il titolo diviene sopravvalutato rispetto al Fair Value o Valore Intrinseco).
Secondo Graham il timing è impossibile da attuare, poiché è impossibile prevedere il futuro andamento del mercato. L'unico modo con cui si possono sfruttare le fluttuazioni del mercato è attraverso il pricing.
Il miglior modo per affrontare le fluttuazioni del mercato è utilizzare nel proprio portafoglio d'investimento una proporzione bilanciata tra titoli azionari e titoli obbligazionari; l'obbiettivo di questo approccio è ridurre il rischio totale investendo più denaro in obbligazioni quando il mercato azionario è sopravvalutato, e più denaro nel mercato azionario quando quest'ultimo è sottovalutato.
Per esempio, in una situazione in cui il mercato azionario è abbastanza sottovalutato, un buon bilanciamento può prevedere di investire il 75% del portafoglio in azioni ed il 25% in obbligazioni; in una situazione in cui il mercato azionario è molto sopravvalutato, per proteggerci dal rischio possiamo investire il 75% del portafoglio in obbligazioni e solo il 25% in azioni; e una via di mezzo può prevedere un bilanciamento in parti uguali tra azioni e obbligazioni, ovvero 50 e 50. L'obbiettivo è bilanciare il portafoglio in base ai livelli del mercato azionario.

Un investitore intelligente deve valutare il suo investimento basandosi sulle performance fondamentali dell'azienda, proprio come se stesse investendo in un'attività privata non quotata. Se ti propongono di acquistare un bar cosa guardi per primo? Ovviamente il fatturato, l'utile, la redditività, la posizione competitiva, le prospettive future. La stessa cosa vale per le aziende quotate in borsa.

Maggiore è il rapporto tra prezzo e Book Value (Price/Book o P/B), minore è la certezza con cui possiamo determinare il valore intrinseco dell'investimento. Per questo motivo è molto importante fare attenzione a questo valore.
Un paradosso molto importante da considerare è che maggiore è la qualità del titolo azionario (e dell'azienda corrispondente al titolo), più speculativo esso tende ad essere (almeno rispetto alle aziende di media qualità). Ciò accade perché gli speculatori sono maggiormente attratti dalle aziende più popolari e di qualità. Questa componente speculativa che caratterizza i titoli di alta qualità si materializza nel prezzo, il quale appare molto alto e sopravvalutato rispetto alla norma (alto Price/Book e alto Price/Earnings). Il suggerimento è quello di concentrarsi solo su azioni il cui rapporto Price/Book non sia superiore a 2 (ciò significa che il prezzo d'acquisto non deve essere superiore a due volte il valore per azione degli asset tangibili netti).
I titoli scambiati a prezzi molto alti e sopravvalutati, corrispondenti ad aziende per le quali ci sono grandi aspettative future, hanno un problema degno di considerazione: maggiore è il futuro tasso di crescita previsto, e maggiore è il periodo di tempo per il quale ci si aspetta che tale tasso previsto sia mantenuto, più ampio è il margine di errore.
Ciò che bisogna cercare è:
1) Un basso Price/Book (rapporto tra prezzo e asset tangibili netti; ad esempio un P/B pari a 3, indica che il prezzo di un'azione è pari a tre volte il valore per azione degli asset tangibile netti).
2) Un basso Price/Earnings (rapporto tra prezzo e utile per azione; ad esempio un P/E pari a 15 indica che il prezzo di un'azione è pari a 15 volte l'utile per azione).
3) Una forte condizione finanziaria.
4) La prospettiva che gli utili attuali saranno mantenuti in futuro.

Il quarto punto merita un approfondimento. E' estremamente importante considerare che l'andamento della quotazione segue l'andamento dell'utile per azione; pertanto una crescita dell'utile per azione sul lungo periodo determina una crescita della quotazione, così come un declino dell'utile per azione determina (almeno in linea di massima) un declino della quotazione. Da ciò ne consegue che un'utile per azione stabile è necessario per mantenere stabile anche la quotazione. L'obbiettivo che ci poniamo affidandoci al quarto punto della lista sopra riportata è quello di investire in un'azienda con guadagni molto stabili, il cui utile per azione tra molti anni sarà uguale o  meglio superiore a quello attuale. Ciò significa che anche il Fair Value (valore pieno, congruo, il quale è strettamente collegato ai profitti aziendali) sarà stabile, e la quotazione (per quanto può oscillare ampiamente) tenderà sempre a tornare verso tale Fair Value (il quale rimarrà sempre stabile e costante di conseguenza alla stabilità e costanza mantenuta dall'utile per azione). Tutto ciò che dobbiamo fare è posizionarci quando la quotazione è molto sottovalutata rispetto al Fair Value, e prima poi il titolo tenderà a risalire verso tale Fair Value. In queste situazioni è utile ricordare una citazione di Jhon C. Bogle: "La regola di ferro dei mercati finanziari è il ritorno alla media".
Quello sopra riportato è un esempio molto semplificato, ma da un'idea dell'approccio che bisogna avere.

Una metafora molto utile per comprendere quale deve essere l'atteggiamento dell'investitore è quella di Mr Market:
"Immaginiamo che i prezzi di mercato provengano da un tipo molto accomodante, di nome mr. Market, che si trova ad essere il vostro socio in un'attività non quotata. Giorno dopo giorno, senza mai venir meno alla sua abitudine, mr. Market si presenta da voi fissando un prezzo a cui è disposto a rilevare la vostra quota oppure a vendervi la sua. Anche se l'affare di cui voi due siete proprietari potrà avere caratteristiche economiche stabili, le quotazioni di mr. Market stabili non lo saranno affatto. Triste a dirsi, infatti, il vostro povero socio soffre di incurabili problemi psicologici. A volte si sente euforico e riesce a vedere solo i fattori favorevoli che influenzano la vostra attività. Quando è in quello stato, il prezzo che offre è molto alto perché teme che voi gli strapperete la sua quota, derubandolo di guadagni imminenti. Altre volte è depresso e guardando nel futuro riesce a vedere solo guai per il vostro affare e per il mondo. In questi momenti fisserà dei prezzi molto bassi, terrorizzato dall'idea che voi siate sul punto di rifilargli la vostra quota. Mr. Market ha un'altra gradevole caratteristica: non se la prende se viene ignorato. Se la sua quotazione di oggi non è di vostro interesse, domani ve ne proporrà comunque una nuova. Ogni transazione è a vostra discrezione. Ed è chiaro che, a queste condizioni, quanto più il suo comportamento è maniaco-depressivo, tanto meglio è per voi."

Un investitore intelligente usa le fluttuazione del mercato a proprio vantaggio; è utile considerare i ribassi del mercato come un'opportunità per acquistare titoli di qualità a prezzi molto bassi e scontati, tenendo a mente che il prezzo che paghi determina il tuo rendimento (più basso è il prezzo di acquisto, maggiore è il tuo rendimento).
Chiunque può constatare che per quanto il mercato azionario sia ampiamente volatile, le caratteristiche economiche fondamentali delle aziende quotate sono ovviamente molto stabili; ciò significa che spesso i prezzi di mercato non riflettono il reale valore delle aziende. Di conseguenza, un mercato ampiamente fluttuante implica che dei prezzi irrazionalmente bassi possono periodicamente essere allegati a solide aziende.

E' necessario introdurre un'importante distinzione tra speculatore e investitore; lo speculatore è primariamente interessato nell'anticipare le fluttuazioni del mercato e guadagnare da esse. L'investitore è primariamente interessato ad acquisire aziende di buona qualità a prezzi molto convenienti e tenerle in portafoglio per un lungo periodo di tempo.

Questo articolo è una mia personale revisione e rivisitazione del capitolo 8 del libro The Intelligent Investor di Benjamin Graham.



ARTICOLI CORRELATI:

Come Peter Lynch ha realizzato il 30% annuo per 20 anni di seguito

Le 8 regole prodigiose di Benjamin Graham

Questi sono gli estratti più significativi delle lettere di Warren Buffett - Parte 1

domenica 22 gennaio 2017

Perché Warren Buffett adora McDonald



Warren Buffett è sempre stato affascinato dai fast food ed il suo interesse si concentra in particolare su McDonald, una produttrice generica di hamburger che è riuscita a crearsi un brand forte e di grande valore. Nel 1996 la Berkshire Hathaway ha acquistato 30.156.600 azioni di McDonald ad un costo di circa 41,95$ ciascuna. Ma perché Warren Buffett fu così attratto da McDonald?

L'approccio vincente dell'oracolo di Omaha consiste nel dividere l'analisi dei titoli azionari in due fasi distinte; nella prima fase Warren determina quali sono le aziende migliori, indipendentemente dal prezzo di vendita. Solo nella seconda fase (dopo aver determinato le compagnie con le caratteristiche economiche migliori) valuta il prezzo di vendita delle azioni, acquistando unicamente quando la quotazione è vantaggiosa.
La prima fase dell'analisi che Warren Buffett svolge su ogni titolo azionario a cui è interessato può essere sintetizzata in una serie di domande [è importante considerare che tutti i dati riportati di seguito risalgono al 1996; attualmente la situazione di McDonald è molto diversa]:


1) L'azienda ha dei vantaggi competitivi identificabili, un monopolio dei consumatori o un forte brand?
Evidentemente la risposta è si. Chiunque nel mondo ha mangiato almeno una volta da McDonald. E' la catena di fast food più grande, conosciuta e affermata al mondo, sostenuta da una forte reputazione. La forza del suo brand, gli attributi dei suoi prodotti e la forza del suo sistema di distribuzione da a McDonald un enorme vantaggio competitivo che protegge l'azienda dalla concorrenza.


2) L'azienda è finanziata in modo conservativo?
Il rapporto Debt/Equity di McDonald è di circa 0,35. Esso indica che il debito corrisponde al 35% del patrimonio netto (Shareholders Equity), il che è da considerarsi conservativo.


3) Gli utili dell'azienda sono forti e mostrano un trend al rialzo sul lungo periodo?
Tra il 1986 ed il 1996 l'utile per azione di McDonald è cresciuto ad un tasso del 13,5% annuo composto, e ad un tasso del 13.37% annuo composto negli ultimi 5 anni. Come si può vedere dalla tabella sottostante gli utili sono apparsi a Buffett come molto costanti, crescendo ogni anno negli ultimi dieci anni. Il trend è evidentemente al rialzo.

 Anno
 Utile per azione
 1986
 0.62$
 1987
 0.72
 1988
 0.86
 1989
 0.98
 1990
 1.10
 1991
 1.18
 1992
 1.30
 1993
 1.45
 1994
 1.68
 1995
 1.97
 1996
 2.21


4) L'azienda si impegna nel riacquisto di azioni proprie?
McDonald fa riacquisto di azioni proprie. Ma perché Warren preferisce le aziende che si impegnano in questa direzione? Immagina che un'azienda ha rilasciato un totale di cento milioni di azioni ed ha un utile netto pari a cento milioni di dollari; l'utile per azione sarà pari a 1 dollaro (cento milioni di utile diviso per cento milioni di azioni rilasciate). Ma se ad esempio l'azienda riacquista e ritira metà delle azioni (ovvero cinquanta milioni) e l'utile rimane invariato a cento milioni, l'utile per azione ora sarà pari a 2 dollari (cento milioni di utile diviso per cinquanta milioni di azioni). Il valore delle azioni è raddoppiato e la quotazione salirà di conseguenza. Questo è il motivo per cui Warren Buffett preferisce le aziende che si impegnano nel riacquisto di azioni proprie.


5) L'azienda è capace di reinvestire gli utili trattenuti in modo redditizio?
Il modo in cui il management ha investito gli utili trattenuti di McDonald ha effettivamente contribuito ad accrescere l'utile per azione dell'azienda. Per capire se gli utili trattenuti sono impiegati in modo redditizio (tanto da contribuire ad accrescere l'utile per azione) Warren Buffett usa una formula particolare che spiego qui di seguito:
Tra il 1986 e il 1996 McDonald ha trattenuto gli utili per un valore totale di 11,48$ per azione. L'utile per azione è cresciuto di 1,59$ ad azione, da 0,62$ nel 1986 a 2,21$ nel 1996 (2,21-0,62=1,59). Quindi possiamo supporre che 11,48$ per azione di utili trattenuti hanno prodotto nel 1996 un ritorno di 1,59$ per azione, che corrisponde ad un tasso di rendimento pari al 13,8%. Questo significa che è stata fatta un'allocazione redditizia degli utili trattenuti, e una corrispondente crescita dell'utile per azione (la quale causa una conseguente crescita della quotazione).


6) L'azienda guadagna costantemente un alto Return on Equity (ROE)?
Un Return On Equity costantemente alto indica che il management ha svolto un eccellente lavoro nell'allocare gli utili trattenuti in modo redditizio. Come si può vedere dalla tabella sottostante, il ROE di McDonald è apparso a Warren Buffett come costantemente superiore alla media. Il Return On Equity medio per le aziende americane corrisponde al 12% circa. Dal 1986 al 1996 il ROE medio di McDonald è stato pari al 18,25%, inoltre l'azienda è stata capace di mantenere tale valore stabile e costante.

 Anno
ROE 
 1986
 19,1%
 1987
 18,8
 1988
 18,9
 1989
 20,5
 1990
 19,2
 1991
 17,8
 1992
 16,0
 1993
 17,3
 1994
 17,8
 1995
 18,2
 1996
 18,0


7) L'azienda è libera di adeguare i prezzi dei propri prodotti all'inflazione?
Alcune persone si ricorderanno quando l'hamburger di McDonald costava 15 centesimi; nel 1996 il prezzo ero salito a 75 centesimi e le vendite di McDonald non hanno risentito di questo rialzo dei prezzi. Ne consegue che l'inflazione non causa troppi problemi all'azienda di fast food, la quale sarà libera di adeguare i propri costi all'inflazione senza risentirne nelle vendite.


8) L'azienda richiede eccessive capital expenditures?
Per capital expenditures (spese in conto capitale) intendiamo tutte quelle spese di rinnovo e manutenzione di impiantistica ed equipaggiamento. Delle eccessive capital expenditures caratterizzano le aziende meno redditizie, in quanto per effettuare queste spese è necessario impiegare del denaro che invece potrebbe essere utilizzato per finanziare la crescita. Inoltre le aziende che dipendono eccessivamente dalle capital expenditures (e in generale quelle la cui ricchezza è principalmente sotto forma di asset tangibili) sono più esposte all'inflazione. McDonald non ha di questi problemi e non richiede grosse spese in conto capitale.


Queste caratteristiche economiche sono ciò che ha reso McDonald un'azienda attraente agli occhi di Warren Buffett. Tuttavia questa è solo la prima fase dell'analisi. Nella seconda fase Warren valuta il prezzo delle azioni per comprendere se l'investimento può essere vantaggioso.

Analisi del prezzo
L'analisi del prezzo consiste nel capire se il prezzo di un certo titolo azionario è vantaggioso oppure no. Ci sono diversi metodi e formule per effettuare una valutazione di questo tipo; qui di seguito analizzeremo il prezzo delle azioni McDonald in due modi diversi.

1) Tasso di ritorno iniziale e valore relativo ai titoli di stato.
Nella visione di Warren Buffett, l'utile per azione corrispondente alla nostra partecipazione azionaria può effettivamente essere considerato un guadagno (proprio come un investimento in un'attività privata). Nel 1996 l'utile per azione di McDonald era di 2,21$. Dividendo 2,21$ per il tasso d'interesse dei titoli di stato con scadenza a lungo termine nel 1996 (7% circa), avrai un valore relativo di circa 35,71$ per azione.Nel 1996 il prezzo delle azioni McDonald oscillava tra 41$ e 54$ per azione. Dal momento che nel 1996 l'utile per azione era pari a 2,21$, pagando un prezzo compreso tra 41$ e 54$ avresti avuto un tasso di ritorno iniziale compreso tra 4% e 5,3%.
Sappiamo che tra il 1986 e il 1996 l'utile per azione è cresciuto ad un tasso del 13,5% annuo composto. Quindi questo è ciò che dobbiamo chiederci: è meglio un titolo di stato che rende uno statico 7% annuo oppure un'azione di McDonald che fornisce un rendimento iniziale del 5,2% (al prezzo al quale ha acquistato Warren, ovvero 41,95$) che cresce ad un tasso annuo del 13,5%?

2) Proiettare il futuro tasso di rendimento annuo composto usando il tasso di crescita storico dell'utile per azione.
Sappiamo che nel 1996 l'utile per azione di McDonald era pari a 2,21$, e nei dieci anni precedenti esso era cresciuto ad un tasso medio annuo del 13,5%. Se l'utile per azione avesse continuato a crescere allo stesso tasso dei dieci anni precedenti al 96', nel 2006 l'utile per azione di McDonald si sarebbe attestato a 7,81$. Inoltre sappiamo che nei dieci anni precedenti all'acquisto di Buffett, le azioni McDonald erano state scambiate ad un rapporto Prezzo/Utili medio pari a 16,7. Possiamo ragionevolmente supporre che anche in futuro la quotazione continuerà a mantenere lo stesso rapporto prezzo/utili medio dei dieci anni precedenti. Moltiplicando 7,81$ (proiezione dell'utile per azione nel 2006) per il rapporto prezzo/utili medio (16,7) otteniamo che il prezzo delle azioni nell'anno 2006 sarà pari a 130,42$. Utilizzando la nostra calcolatrice finanziaria possiamo vedere che acquistando nel 1996 a 41,95$ per azione e vendendo nel 2006 a 130,42$ per azione, il nostro tasso di ritorno annuo composto sarà del 12,01%, al quale vanno aggiunti anche i dividendi.

E' importante considerare che tutti i dati riportati in questo articolo risalgono al 1996; attualmente la situazione di McDonald è molto diversa.



ARTICOLI CORRELATI:

Le nove regole d'oro di Warren Buffett

Come Peter Lynch ha realizzato il 30% annuo per 20 anni di seguito

4 lezioni che devi conoscere se vuoi avere successo

sabato 21 gennaio 2017

7 investimenti alternativi che ogni risparmiatore dovrebbe considerare



Generalmente possiamo individuare 3 principali modi per allocare ed investire il proprio capitale: strumenti finanziari, immobili e attività imprenditoriali. Queste tre categorie d'investimento sono da sempre considerati i pilastri sul quale ogni persona dovrebbe costruire il proprio benessere finanziario; esse sono la fonte della ricchezza. Tuttavia esistono moltissimi tipi d'investimento (classificabili in queste categorie oppure no) che molto spesso sono ignorati da molti investitori decisi a far fruttare il proprio capitale.
In questo articolo voglio riportare una lista delle migliori alternative agli investimenti classici per allocare il proprio capitale in modo redditizio.

1) Titoli di stato dei paesi emergenti; i titoli di stato sono considerate le obbligazioni più sicure. Tuttavia i rendimenti offerti dai titoli dei paesi più sviluppati (e quindi generalmente più sicuri) sono ormai molto bassi. La soluzione è puntare sui titoli di stato dei paesi emergenti, i quali offrono rendimenti più alti; non è per niente difficile infatti trovare paesi emergenti che pur essendo classificati come Investment Grade (ovvero di qualità medio-alta ed ottima capacità di rimborso) offrono rendimenti molto alti. In particolare alcuni paesi emergenti il cui rating si aggira tra BBB e A (ad esempio l'Italia è BBB) possono offrire rendimenti che oscillano tra il 4% e il 9% annuo, pur dimostrando grande forza finanziaria e capacità di rimborso talvolta assimilabile a quella dei paesi più sviluppati. Per gli investitori più avversi al rischio è possibile acquistare questi titoli obbligazionari ma con scadenza a breve termine; inoltre una buona diversificazione su una grande varietà di titoli di stato può contribuire ad abbassare ulteriormente il rischio. Per vedere alcuni straordinari esempi clicca qui.


2) Fondi indicizzati; quelli indicizzati sono fondi d'investimenti gestiti passivamente il cui obbiettivo è quello di riprodurre fedelmente l'andamento di un intero indice azionario o obbligazionario. Il principale vantaggio sono i bassissimi costi di gestione (che si aggirano intorno allo 0.20%, contro l'1-2% circa dei fondi gestiti attivamente) che influenzano molto marcatamente il rendimento totale del fondo. Infatti, sul lungo periodo dei costi di gestione eccessivi possono tagliare una porzione significativa del guadagno dell'investitore (fino al 10-20%).
Molti studi hanno dimostrato come investire in un fondo indicizzato offre rendimenti superiori a quelli ottenuti dalla maggior parte dei fondi d'investimento classici: ad esempio, solo una piccolissima percentuale di fondi classici è riuscita ad overperformare un fondo indicizzato allo S&P 500 sul lungo periodo. Inoltre i fondi indicizzati generalmente offrono maggiore sicurezza e stabilità.
L'immagine sottostante mostra l'andamento dello S&P 500 dal 1789 al 2012; un fondo indicizzato può riprodurre la performance di questo listino azionario.















Warren Buffett sostiene che i fondi indicizzati sono il miglior investimento in assoluto per il risparmiatore medio; se vuoi sapere il motivo clicca qui.


3) Fondi indicizzati obbligazionari; generalmente si tende a non considerare questo tipo di fondi indicizzati, eppure costituiscono un'ottima soluzione per molti risparmiatori. Il problema più grosso riguardo le singole obbligazioni è il fatto che se va male perdi l'intera somma investita; i fondi obbligazionari eliminano il rischio di insolvenza legato ai singoli titoli di debito, e questo ci permette anche di poter puntare sulla categoria di obbligazioni che offrono rendimenti più alti (che sarebbero troppo rischiose da acquistare singolarmente). Ad esempio si potrebbe acquistare un fondo indicizzato che contiene solo titoli obbligazionari con scadenza a lungo termine, i quali offrono rendimenti fissi più alti. Tuttavia i fondi obbligazionari introducono un nuovo elemento di rischio, ovvero il fatto che essi hanno un prezzo che oscilla giornalmente, al pari dei titoli azionari (anche se in modo più stabile e meno volatile); di conseguenza l'investitore non ha la certezza di poter rivendere le sue quote allo stesso prezzo al quale le ha acquistate. Tuttavia (almeno fino ad oggi, così come il mercato azionario) il mercato obbligazionario ha dimostrato un trend di crescita positivo sul lungo periodo.
Nell'immagine sottostante sono riportate le performance del prezzo di tre fondi indicizzati dal 94' al 2012: quello in verde raccoglie tutti i titoli azionari del mercato americano; quello in blu raccoglie tutte le obbligazioni americane con scadenza a medio termine; quello in arancione raccoglie tutti i titoli di debito del mercato obbligazionario americano.




4) Immobili; molti considerano l'investimento in immobili come il migliore in assoluto. Esso può essere una valida alternativa ai classici strumenti finanziari. Ci sono diversi modi per guadagnare con gli immobili, ma il metodo migliore è acquistarne uno per poi affittarlo o rivenderlo ad un prezzo più alto. Il modo migliore per ottenere un alto rendimento dall'affitto o dalla rivendita è ristrutturare l'immobile per aumentarne il valore o acquistarlo ad prezzo molto basso; il metodo più utilizzato per ottenere immobili a prezzi molto inferiori rispetto al reale valore è rivolgersi alle aste giudiziarie.


5) REIT; i Real Estate Investment Trust sono dei fondi d'investimento che investono unicamente in immobili. Il problema più grande dell'acquisto di singoli immobili è il fatto che per investirci è necessario impegnare una grande somma. I REIT ovviano a tale problema permettendoci di investire in campo immobiliare anche una somma relativamente piccola. I REIT sono delle vere e proprie società quotate in borsa, che attraverso l'offerta pubblica di azioni raccolgono capitale da investire in immobili; dopodiché offrono ai propri investitori un dividendo derivante dagli affitti oppure da interessi su mutui immobiliari. I REIT sono tipici del marcato americano.


6) Peer To Peer Lending (P2P); questo è un tipo di investimento che sta riscuotendo enorme successo negli ultimi anni. Esso permette rendimenti annui che oscillano tra il 7 e il 12%, nonostante il grado di rischio relativamente basso. Per capire meglio cos'è clicca qui.


7) Private Equity; i fondi di Private Equity investono unicamente in aziende private non quotate in borsa. Negli ultimi anni gli uomini più facoltosi del mondo preferiscono questo tipo di fondi rispetto ai classici strumenti finanziari, in quanto sono caratterizzati da un rischio considerevolmente più basso. Una variante particolare di Private Equity è il Venture Capital, che consiste nell'investire unicamente in start-up in fase di avviamento: questo può essere fatto sia attraverso fondi d'investimento, sia in modo diretto (solitamente grazie a piattaforme internet). Investire in start-up è ovviamente molto più rischioso, ma in caso di successo i rendimenti sono estremamente alti.
E' da considerare che i fondi di Private Equity richiedono quote di partecipazione molto alte, e quindi spesso non sono adatti ai piccoli risparmiatori.



ARTICOLI CORRELATI:

11 investimenti con basso rischio ed alto rendimento

Quanto devi risparmiare ogni mese per avere un milione alla pensione

Il più grande segreto di Warren Buffett; come ha trasformato 1000$ in 70 miliardi

martedì 17 gennaio 2017

4 lezioni che devi conoscere se vuoi avere successo


Chiunque voglia inserirsi nel mondo del business si chiede qual'è la chiave del successo. Qual'è il segreto per realizzare grandi obbiettivi? Cos'è che fa la differenza tra un una vittoria e un fallimento? Dopotutto ci sono milioni di altre persone con le stesse nostre ambizioni, quindi cosa devo avere per fare meglio di tutti gli altri?
Trovare una risposta precisa e sempre valida a queste domande è difficile; inoltre perdere troppo tempo ad interrogarci in questo modo finirebbe ber distoglierci e distrarci dai nostri veri obbiettivi, generando una sorta di trasposizione delle mete in virtù della quale la ricerca assidua di risposte riguardo il successo (concetto tra l'altro piuttosto astratto) finiscono per sovrapporsi e sostituirsi ai nostri veri (e concreti) scopi imprenditoriali; e forse è proprio questo uno degli errori più comuni. Magari il successo è qualcosa di molto più semplice, e le nostre complesse costruzioni mentali non fanno altro che ostacolarci su un percorso che altrimenti potremmo percorrere con tanta scioltezza da poterci quasi paragonare ad un sasso buttato in acqua che raggiunge la sua destinazione finale (il fondale) semplicemente grazie alla gravità che l'attrae.
Si dice che esporre la propria mente a nuove persone, idee e prospettive sia uno dei modi migliori per espandere la proprie capacità intellettive; pertanto in questo articolo voglio proporre alcuni video riguardanti orazioni, conferenze e discorsi sul successo e la crescita personale, fatti da personalità che il successo l'hanno già raggiunto (quindi chi meglio di loro, considerando che per avere successo in qualsiasi ambito è necessario imparare dai migliori).
Sappiamo che per avere successo l'istruzione (per quanto estremamente determinante) non basta, altrimenti i più ricchi sarebbero gli economisti e gli studiosi di economia. Vediamo quindi qual'è il parere di alcune grandi menti le cui idee possono cambiare il nostro modo di vedere il successo e il mondo in generale. Perché forse ciò che può aiutarci a raggiungere i nostri obbiettivi è proprio cambiare il nostro modo di vedere le cose.
(Per tutti i video sottostanti sono disponibili i sottotitoli in italiano).


1) Angela Lee Duckworth: La chiave del successo? La grinta.


Da cosa deriva il successo? Qual'è il fattore determinante del successo? Da quanto emerge da diversi studi e anche dalla normale esperienza, l'intelligenza non è il fattore determinante; può essere utile, ma accade spesso che persone meno intelligenti e prive di talento naturale raggiungono obbiettivi che le persone più intelligenti e talentuose magari non raggiungono. Da quanto emerge, il fattore determinante del successo è la grinta (non nella sua accezione classica): per Angela Lee Duckworth la grinta è la passione, la perseveranza, la costanza, la determinazione (che non si ferma nemmeno di fronte al fallimento) e l'impegno che si mettono nel perseguire un obbiettivo a lungo termine. Ma come si sviluppa la grinta? Da cosa deriva la grinta? Non c'è una risposta precisa a questa domanda; tuttavia un elemento molto determinante è la cosiddetta "mentalità di crescita" (growth mindeset), spiegata nel video successivo.


2) Carol Dweck: La forza del credere di poter migliorare.


Per Carol Dweck la mentalità di crescita (growth mindset) è la convinzione profonda che si può migliorare, che si può diventare più intelligenti, più capaci, più abili, e attraverso l'impegno, lo sforzo, lo studio (che stimola il cervello, il quale si sviluppa) e la determinazione si può appunto migliorare se stessi, superare problemi e ostacoli che prima sembravano insuperabili e quindi raggiungere obbiettivi sempre più grandi.


3) Richard St. Jhon: 8 segreti del successo.



4) Discorso di Steve Jobs ai neolaureati di Stanford




ARTICOLI CORRELATI:

Questa è la chiave del successo (secondo Warren Buffett).

lunedì 16 gennaio 2017

7 regole da due investitori che hanno stracciato le banche d'affari



Nel business come in molti altri ambiti si dice che per avere successo bisogna imparare (e copiare) dai migliori. Il sito internet Validea.com sembra fondarsi interamente su questo principio. Tale piattaforma online (riguardante il mondo degli investimenti in titoli azionari) è una delle più popolari tra i piccoli investitori americani.
L'obbiettivo di Validea è quello di riprodurre fedelmente le strategie d'investimento dei più famosi guru della finanza (tra i quali Warren Buffett, Peter Lynch, Benjamin Graham e molti altri); ciò che Validea fa è prima analizzare le strategie d'investimento di questi guru e poi creare un portafoglio di titoli scelti in base a tali strategie. Ma in base ai risultati di Validea qual'è la strategia d'investimento più efficace? Quella dei fratelli David e Tom Gardner, fondatori di The Motley Fool (una società multimediale di servizi finanziari). Il portafoglio di dieci titoli basati sulla loro strategia d'investimento ha generato un rendimento totale del 563,4% dal 2003 al 2016, overperformando il mercato del 436%. Tale impressionante rendimento equivale a circa il 43% medio annuo.
Nel loro libro "The Moltley Fool Investment Guide", i fratelli Gardner spiegano come grazie alle loro intuizioni sono riusciti a battere e stracciare le grosse istituzioni finanziarie di Wall Street.
Il metodo d'investimento dei fratelli Gardner può essere definito Small Cap Growth Investing; esso si basa fondamentalmente sull'acquistare azioni di aziende molto piccole e in forte crescita. Le aziende molto piccole sono più rischiose e volatili ma al tempo stesso possono garantire i guadagni più grossi. L'obbiettivo è trovare quelle piccole compagnie di oggi che diventeranno i colossi economici di domani. Per fare un esempio, 10000 Euro investiti nel 1997 in Amazon (quando il fatturato era di circa 150 milioni e la quotazione a 1,50$) oggi sarebbero diventati quasi 5 milioni e mezzo.
L'obbiettivo dei fratelli Gardner quindi è quello di individuare aziende ancora molto piccole con un grosso potenziale di crescita futura. Per fare ciò loro si avvalgono di 7 regole fondamentali che elenco qui di seguito:

1) Fatturato pari a circa 200 milioni o meno.
Un'azienda con un modesto fatturato ha più possibilità di raddoppiare o triplicare la propria grandezza nei prossimi anni.

2) Volume giornaliero pari a circa 3 milioni o meno.
L'obbiettivo di questa regola è individuare solo titoli ancora relativamente "sconosciuti" agli investitori istituzionali.

3) Basso prezzo delle azioni: tra 5$ e 20$.
I fratelli Gardner affermano di non saper dare una spiegazione molto scientifica a questo criterio di scelta; tuttavia (a loro parere) sembra funzionare. In ogni caso questa regola è più una conseguenza dei due principi precedenti: tutti e tre sono orientati all'identificazione di piccole aziende con ancora molto "spazio" per crescere.

4) Margine di profitto netto pari al 10% o maggiore.
Un alto margine di profitto netto indica che l'azienda vanta un'ottima posizione competitiva e bassa concorrenza. Pertanto è segno di qualità, che tuttavia deve essere mantenuto costante negli anni.

5) Crescita degli utili e del fatturato: 25% o più.
I fratelli Gardner seguono solo le aziende che dimostrano una crescita del fatturato e dell'utile netto pari ad almeno il 25% rispetto all'anno precedente. Anche una crescita del 15/20% è accettabile.

6) Il management deve possedere almeno il 15% dell'azienda.
Possedere una grossa partecipazione azionaria è un grande incentivo per i direttori, che così sono motivati ad impegnarsi per far crescere l'azienda.

7) Flusso di cassa positivo.
Un flusso di cassa positivo significa che l'azienda (dopo aver sottratto tutte le spese dall'utile netto) genera denaro liquido. Un flusso di cassa negativo per una piccola azienda è una scoraggiante indicazione, in quanto può rendere necessario l'assunzione di debiti o l'emissione di nuove azioni.

Queste regole (ricavate dal libro "The Motley Fool Investment Guide") sono evidentemente adatte al mercato azionario americano, nel quale i fratelli Gardner operano.



ARTICOLI CORREALTI:

5 siti illuminanti che ogni investitore dovrebbe conoscere.

La chiave del successo (secondo Warren Buffett).