giovedì 2 marzo 2017

Se nel 2009 avessi investito in queste 3 azioni, oggi saresti milionario



In questo articolo voglio darvi un assaggio degli straordinari profitti che si possono ottenere sul mercato azionario. Non parlo di speculazione, analisi tecnica, scalping, intraday o qualsiasi altro metodo orientato al breve e brevissimo periodo; tentare di prevedere come si muoveranno i mercati con un orizzonte temporale a breve termine non è un metodo sostenibile per approcciare i mercati finanziari. Il modo più redditizio e sostenibile per investire in azioni è attraverso l'analisi fondamentale, ovvero la valutazione delle reali caratteristiche, condizioni e prospettive economiche delle aziende quotate in borsa; l'orizzonte temporale all'interno del quale vanno effettuati questi investimenti è il lungo e lunghissimo periodo. L'obbiettivo è ottenere un apprezzamento del nostro capitale attraverso la crescita dell'economia reale. E' necessario ricordare che un titolo azionario non è un biglietto della lotteria; esso rappresenta una quota di partecipazione alla proprietà dell'azienda.
Se siamo in grado di valutare le aziende in modo appropriato, gli investimenti che ne derivano potranno portarci rendimenti straordinari.

Tutti sappiamo che il biennio 2008-2009 è stato uno dei periodi più neri della storia finanziaria mondiale. Sotto la pressione di investitori in panico, l'indice S&P 500 ha perso oltre il 50% del suo valore. In quella situazione caotica governata dalla paura, sono state poche le persone abbastanza coraggiose (o intelligenti) da acquistare azioni. Uno di questi era Warren Buffett; mentre tutti vendevano in preda al panico, l'oracolo di Omaha acquistava a mani basse enormi quantità di azioni a prezzi bassissimi. Uno dei titoli che ha acquistato è stato Bank of America, una banca che a causa della crisi (di cui, tra l'altro, era in buona parte colpevole) si trovava sull'orlo del fallimento. Il valore di borsa era crollato dai 52 dollari dell'ottobre 2007 a 3 dollari nel marzo 2009 e Buffett fu uno dei pochissimi abbastanza abili da acquistare le azioni Bank of America in quel periodo, forte delle sue convinzioni riguardo la solidità della banca. Oggi la quotazione tocca i 25,50$.
[Il grafico sottostante proviene dal sito amigobulls.com]

Se avessi investito nel marzo 2009, quando la quotazione ha toccato i 3$, avresti ottenuto un rendimento del 30% medio annuo composto per otto anni di seguito fino ad oggi. Ciò significa 10.000$ sarebbero diventati oltre 84.000$; 50.000$ oggi varrebbero oltre 423.000$; e 100.000$ sarebbero quasi 850.000$, il tutto senza contare i dividendi.


Bank of America era un'azienda enorme sia prima della crisi che dopo la crisi. Ma ora consideriamo un'azienda che nel 2008 era ancora piccola e prettamente sconosciuta: Netflix Inc.
Investire in piccole aziende con grandi prospettive è una delle strategie più imitate, in quanto esse possono offrire rendimenti a dir poco straordinari. Sono molti gli investitori che tentano di diventare ricchi investendo in business molto piccoli, nella speranza che essi possano divenire aziende di grande successo. Questa è evidentemente una strategia molto rischiosa, ma bastano pochi investimenti ben fatti (anche solo uno) per renderti ricco. Un esempio è Netflix Inc (il seguente grafico proviene dal sito amigobulls.com):

Nel marzo 2009 (quando lo S&P 500 toccò il suo punto minimo), il prezzo di un'azione Netflix si aggirava intorno ai 5 dollari. Oggi la quotazione sfiora i 140 dollari. Ciò significa che acquistando nel marzo 2009 avresti ottenuto un rendimento di oltre il 50% medio annuo composto per otto anni di seguito fino ad oggi. Se avessi investito 10.000$ in Netflix nel marzo 2009, oggi il tuo capitale si sarebbe apprezzato ad oltre 280.000$. Se avessi investito 50.000$, oggi possiederesti oltre 1 milione e quattrocentomila dollari. E se avessi acquistato azioni Netflix per un valore di 100.000$, oggi sarebbero diventati oltre 2 milioni e ottocentomila dollari.


Vi ho presentato le performance messe a segno da due titoli azionari negli ultimi otto anni. Otto anni è un periodo di tempo relativamente lungo; ma la verità è che quando acquistiamo un titolo azionario dovremmo essere convinti di volerlo tenere in portafoglio per molto più tempo. Finché un'azienda genera ricchezza e redditività per i propri azionisti, non dovremmo mai venderne le azioni. Il nostro orizzonte temporale dovrebbe essere "per sempre", perché è solo così che si può sfruttare al massimo il principio dell'interesse composto. A sostegno delle mie asserzioni, vi propongo un terzo titolo azionario: Nike Inc.
Il titolo azionario della famosa azienda produttrice di scarpe sportive ha generato un rendimento di oltre 20% medio annuo composto dal giorno in cui è stata quotata fino ad oggi. Nel 1987 il prezzo di un'azione Nike era di appena venti centesimi di dollaro. Oggi, dopo 30 anni, la quotazione sfiora i 60 dollari (con un picco recente di 67 dollari). 10.000$ investiti in azioni Nike nel 1987, oggi sarebbero diventati ben 3 milioni e 45 mila dollari. 50.000$ investiti nel 1987 oggi avrebbero aumentato il loro valore fino a 15 milioni e 224 mila dollari. E 100.000$ oggi sarebbero aumentati di valore fino a raggiungere l'assurda cifra di 30 milioni e 500 mila dollari. Questo è il potere dell'interesse composto.
Nel grafico qui di seguito (dal sito amigobulls.com) potete osservare la performance del titolo Nike negli ultimi dieci anni:


Volete un'altro esempio? Se aveste investito 10.000$ in azioni Amazon nel 1997 (quando la quotazione si attestava a 1,50$), oggi possiedereste oltre 5 milioni e 600 mila dollari.
E' doveroso considerare che queste eccezionali occasioni non solo sono rare, ma anche molto difficili da individuare; forse nessuno è in grado di riconoscerle con precisione ed esattezza. Credo che alcune volte è necessario imparare ad apprezzare il ruolo che la fortuna ha in questo genere di cose. E' pur vero che un bravo investitore è in grado di compensare la ceca incertezza della fortuna con le certezze derivanti dalle sue conoscenze ed abilità; forse la bravura di un'investitore si vede proprio dalla sua capacità di eliminare la fortuna dell'equazione. Perché ogni battaglia deve essere già vinta in partenza.



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