martedì 21 marzo 2017

Perché il miglior momento per investire è durante una crisi



Come potete aver capito se leggete i miei articoli, gli investimenti migliori si fanno quando si riesce ad acquistare aziende di ottima qualità a prezzi temporaneamente bassi e sottovalutati. Spesso infatti, le oscillazioni immotivate del mercato azionario ed in particolare il panico che si diffonde tra gli investitori, implicano che dei prezzi irrazionalmente bassi vengano allegati a solide aziende. In queste occasioni, un investitore accorto ed orientato al lungo periodo può fare degli ottimi affari acquistando business di alta qualità a prezzi irragionevolmente (e temporaneamente) scontati e sottovalutati. Infatti, quando il panico sarà passato, il mercato si renderà conto del reale valore dell'azienda, facendo risalire la quotazione.

Il momento migliore in cui si verificano queste occasioni è durante le recessioni o i crolli generalizzati del mercato azionario. Infatti, tali crisi influenzano negativamente la quotazione di tutte le aziende, indipendentemente dalle loro reali caratteristiche e condizioni economiche. Eppure, se hai individuato delle aziende davvero di qualità, con un management eccellente e dei forti vantaggi competitivi, puoi stare sicuro che esse non solo sopravviveranno brillantemente alle recessioni, ma ne usciranno migliorate. Quando in seguito ad una recessione l'economia comincia nuovamente a rafforzarsi, le aziende che sono sopravvissute acquisiranno una posizione migliore di quella che possedevano prima della crisi. Infatti, le recessioni e le crisi spazzano via le aziende più deboli, lasciando sul campo solo quelle che hanno dimostrato di essere davvero eccellenti. Se sei sicuro di aver trovato un'azienda di qualità, le crisi generalizzate possono darti la possibilità di acquistarne le azioni ad un prezzo irrazionalmente basso. E quando, in seguito alla crisi, il mercato si renderà conto che l'azienda non ha subito significativi danni a lungo termine, la quotazione si risolleverà per rifletterne le reali caratteristiche e condizioni economiche.

Queste straordinarie occasioni non si verificano solo durante le crisi generalizzate. Infatti, molto spesso anche le quotazioni delle singole aziende possono essere colpite da immotivate ed esagerate oscillazioni. Ciò si verifica principalmente a causa di avvenimenti che il mercato giudica negativi. Per farvi comprendere al meglio ciò che intendo, utilizzerò alcuni esempi.

Quando, a metà degli anni 60, Warren Buffett investì in American Express, egli si avvantaggiò proprio di un evento negativo per poter acquistare le azioni ad un prezzo assurdamente basso. Cosa successe esattamente? In quel periodo, American Express aveva concesso un sostanzioso prestito di 60 milioni di dollari ad un uomo d'affari di nome Anthony De Angelis, imprenditore nel campo degli oli vegetali. De Angelis aveva fornito come collaterale del prestito un'enorme quantità di olio per insalata, per un valore pari proprio a 60 milioni di dollari. Quando l'imprenditore non riuscì a ripagare il prestito, i suoi creditori si mossero per appropriarsi del bene indicato come collaterale, ovvero l'olio per insalata. E fu proprio qui il problema, perché in realtà quell'olio non esisteva. Nessuno alla American Express era stato abbastanza accorto da verificare la reale esistenza dell'olio. Di conseguenza, American Express risultò essere il responsabile delle perdite subite dai creditori, e l'azienda dovette pagare di tasca proprie tali perdite. Tutto questo increscioso avvenimento non piacque per niente a Wall Street. In poco tempo, American Express perse gran parte del suo valore di borsa e la quotazione crollò ai minimi storici. Eppure, nonostante il panico diffuso, Warren Buffett non si lasciò influenzare. Egli era sicuro che le reali caratteristiche e condizioni economiche dell'azienda (da sempre eccellenti) non erano stato intaccate dallo scandalo. American Express era un'azienda di alta qualità, con un ottimo management e, soprattutto, possedeva degli enormi vantaggi competitivi; tali caratteristiche eccellenti erano rimaste assolutamente intatte. Questa crisi passeggera - ragionò Buffett - non causerà nessun danno a lungo termine significativo. Di conseguenza, Buffett prese al volo l'occasione investendo in American Express il 40% del capitale che aveva a disposizione. Appena due anni dopo la quotazione risalì in modo impressionante, dando la possibilità a Buffett di vendere le azioni con un profitto straordinario.
La stessa cosa può succedere a causa di un declino (temporaneo) dell'utile netto. Consideriamo un'azienda X che ha storicamente dimostrato di saper generare profitti in modo molto stabile e costante. Se per un singolo anno tale azienda dovesse riscontrare un declino dei profitti, o essi dovessero essere inferiori alle aspettative, la quotazione molto probabilmente ne risentirà in modo eccessivamente negativo. Eppure, se l'azienda è davvero eccellente, i risultati di un singolo anno non pregiudicheranno le performance storiche o le prospettive future. Molto probabilmente l'anno successivo i profitti torneranno ad essere in linea con il trend storicamente mantenuto. Una cosa molto simile è successa a Coca-Cola, che (dopo tanti anni di crescita costante dei profitti) per un singolo anno nel 1993 ha ottenuto un declino dell'utile netto rispetto all'anno precedente. Il mercato azionario non la prese bene e la quotazione crollò. Ma in verità i risultati negativi di quel singolo anno non hanno avuto effetti sui profitti ottenuti dall'azienda nell'anno successivo; nel 1994 infatti, i profitti ripresero il trend di crescita costante che avevano storicamente mantenuto, e con essi anche la quotazione riprese la sua corsa all'insù.

Questo tipo di avvenimenti capaci di affliggere la quotazione di aziende assolutamente solide possono essere di varia natura: scandali, perdite, crisi, discesa temporanea dei profitti, errori del management, class action. Si tratta di avvenimenti negativi temporanei che non hanno impatto sulle reali caratteristiche e condizioni economiche dell'azienda. Per un investitore orientato al lungo periodo è importante chiedersi: questo avvenimento negativo causerà danni a lungo termine? Se la risposta è no, ma nonostante ciò la quotazione risente dell'avvenimento in modo esageratamente negativo, allora può essere un buon momento per investire.
Io stesso ho sfruttato questo tipo di situazioni quando nel febbraio 2016 ho investito in BofI Holding Inc, una banca digitale che offre principalmente servizi finanziari online. BofI è un'azienda in forte crescita, con ottime prospettive, una posizione competitiva vantaggiosa e un'eccellente solidità. Le sue eccellenti caratteristiche sono evidenziate dai numerosi premi e riconoscimenti che riceve periodicamente, tra cui quello di miglior banca online in America. Eppure, nell'ottobre 2015 la banca è stata accusata di frode e coinvolta in una class action giudiziaria. Questi problemi con la giustizia non sono piaciuti agli investitori: la quotazione è crollata da un picco massimo di 35 dollari ad azione nell'ottobre 2015, ad un minimo di 14 dollari nel febbraio 2016. Inoltre, le aziende piccole e di successo come BofI sono generalmente prese di mira da speculatori, e ciò ha contribuito ad accentuare in modo spropositato il declino della quotazione. Nonostante il panico che affliggeva gli investitori, dopo un'attenta analisi ho compreso che i problemi legali che attanagliavano BofI Holding non avrebbero pregiudicato le eccellenti caratteristiche economiche dell'azienda. Pertanto, per un investitore orientato al lungo periodo come me, quel crollo della quotazione era assolutamente ingiustificato. L'azienda non aveva subito alcun danno significativo. Eppure, il rapporto Prezzo/Utili era sceso al minimo storico di 8, segnalando un'eccessiva sottovalutazione del titolo. Presi l'occasione al volo ed acquistai le azioni di BofI Holding ad un prezzo di circa 15 dollari ciascuna. Già pochi mesi dopo, il panico si attenuò e la quotazione cominciò a risalire in modo da riflettere il reale valore dell'azienda; attualmente il titolo BofI si aggira intorno ai 30 dollari ad azione, con una crescita di oltre il 100% rispetto al prezzo al quale ho acquistato appena un anno fa.

Tutti i casi che vi ho riportato servono a farvi capire una lezione molto importante: la volatilità causata da una recessione, una crisi finanziaria, un evento avverso o un temporaneo declino dell'azienda, possono creare delle opportunità eccezionali per gli investitori concentrati sulle reali caratteristiche economiche del business e proiettati sul lungo periodo.



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6 commenti:

  1. Ciao!
    mi chiamo bruno, sono un appassionato di finanza e
    sono capitato per caso nel tuo sito e devo dire che mi piace tantissimo!
    Usi un linguaggio semplice e diretto, molto spesso introvabile nei siti cosiddetti istituzionali
    Ho letto in questo post del tuo investimento in BOFI.
    Pur non conoscendo molto l'inglese, sto seguendo anche io due titoli in particolare, che hanno avuto un crollo molto ampio negli ultimi tempi: STON e AFSI
    La mia limitazione con la lingua mi preclude la possibilità di capire certi forum americani... :-(

    Per caso, avevi dato qualche occhiata anche tu a questi titoli o ad altri che secondo te possono essere tenuti in osservazione?

    Grazie

    Bruno

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    1. Ciao Bruno, grazie per l'interesse che dimostri verso il mio sito!
      Premetto che non voglio in alcun modo influenzarti con le mie idee. Per quanto riguarda STON, non ne avevo mai sentito parlare. Devo dire che, ad una prima occhiata, non ci investirei; per essere una piccola azienda ha un debito eccessivo, inoltre non è ancora in grado di generare profitti. La redditività è bassa, il settore in cui opera è altamente competitivo, il dividendo che offre è evidentemente insostenibile. Semplicemente, ad una prima occhiata superficiale non mi sembra il massimo dell'eccellenza: non è prevedibile, né capace di garantirmi alcun tipo di certezza. Poi non ho idea di come andrà la quotazione (potrebbe pure salire), ma per gli standard della mia strategia d'investimento non è adatta. Io cerco aziende assolutamente eccellenti e di alta qualità, per questo STON non mi convince.
      AFSI avevo già avuto l'occasione di analizzarla superficialmente e, tranne il fatto che non sono disponibili molte informazioni a riguardo, non ho trovato segni negativi. Se mi chiedi se ci investirei, non ti saprei dire; dovrei analizzarla in modo più approfondito. In ogni caso non ti voglio influenzare, né pretendo di darti consigli.

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  2. Grazie Niccolò per la tua cortese risposta.
    Come ti dicevo, la limitazione nella conoscenza dell'inglese mi pregiudica la lettura corretta di molti siti americani...mentre in quelli italiani molto spesso c'è poca obiettività.

    Hai un portafoglio investito prevalentemente in quali mercati/azioni?

    Io, dopo anni di investimenti in Italia mi sto gradualmente spostando verso altri lidi... soprattutto america.... pensi sia corretto oppure, come tutti dicono, siamo prossimi al crollo?

    Grazie ancora

    Bruno

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    1. Io tendo ad investire fondamentalmente in titoli azionari quotati sul mercato americano. Penso che quello USA sia l'indice azionario più solido sul lungo periodo. Poi non posso prevedere in alcun modo se attualmente esso sia prossimo al crollo o meno. Certamente si trova a livelli abbastanza sopravvalutati ma, con dei titoli di stato che rendono così poco, ciò è inevitabile. Quindi ci troviamo in una situazione in cui da un lato le quotazioni sono ampiamente sopravvalutate rispetto alle caratteristiche fondamentali delle aziende (profitti, patrimonio netto), ma dall'altro lato i titoli di stato rendono pochissimo e pertanto i capitali si spostano verso il mercato azionario. Ciò che dobbiamo valutare è se questa situazione sia sostenibile oppure no; se il rendimento dei titoli di stato salisse (diciamo al 3-4% annuo per il bond decennale usa), il mercato azionario diverrebbe eccessivamente sopravvalutato. Penso che la soluzione sia puntare su aziende molto solide, di cui abbiamo la certezza che esse saranno in grado di superare brillantemente anche i periodi più negativi.

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  3. Anche io sto cercando qualcosa di simile... infatti nel mio portafoglio ho diversi titoli che (credo) siano abbastanza solidi... ma non ne ho ovviamente la certezza

    Quali strumenti usi (se ne usi) per determinare quali aziende sono più solide di altre?
    Leggi i bilanci ed i dati che sono disponibili... o usi qualche screener particolare?

    Grazie

    Bruno

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    1. Sarebbe troppo complicato risponderti qui; se vuoi farti un'idea davvero completa del mio metodo d'investimento, ti consiglio di leggere i miei articoli passati.

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